CAPO
D'ORLANDO
Il
centro della cittadina si sviluppa attorno a via Piave, fiancheggiata
da bei negozi, e dal lungomare che corre parallelo ad essa, costeggiando
la bella spiaggia. Sull'estremità del promontorio, in cima ad una
scalinata, sorge in bella posizione panoramica sui ruderi del castello
d'Orlando, il Santuario di Maria SS. di Capo d'Orlando,
(XVII sec.), meta di pellegrinaggi in occasione della festa che
si svolge il 22 ottobre.
NELLE
IMMEDIATE VICINANZE
Proseguendo sul lungomare, una volta superato il capo, la strada
offre begli scorci sulla spiaggia e sulle acque azzurro intenso
del mare, punteggiate di scogli affioranti.
Terme
di Bagnoli - Nei pressi di S. Gregorio, sobborgo di Capo d'Orlando,
in contrada Bagnoli sono stati portati alla luce i resti delle terme
appartenenti ad una villa romana dell'età imperiale. Sussistono
il frigidarium (vani 1-2-3), il tepidarium
(vano 4) e il calidarium (vani 5 e 6). Soho ben visibili
le suspensurae, per il sistema di riscaldamento dei
locali. Nei vani 4, 5 e 6 vi sono resti di mosaici a motivi geometrici.
Villa
Piccolo di Calanovella - 4,5 km a ovest, al km 109 della
SS 113 Messina- Palermo. Sano stati gli ultimi eredi della famiglia
Piccolo a volere questo museo-fondazione nella villa della fine
del XIX sec. dove vissero a partire dagli anni 30. Famiglia di artisti
quella dei Piccolo: in particolare Lucio (morto nel 1969), poeta
riconosciuto, e Casimiro appassionato di pittura e fotografia e
studioso di occultismo. Il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa
veniva spesso a soggiornare nella quiete della villa e qui scrisse
buona parte del suo capolavoro: nella stanza da lui occupata è conservata
una sua lettera ai Piccolo e il letto dove dormiva, con un bel capezzale
in avorio e madreperla, raffigurante il battesimo di Giovanni (fattura
trapanese del XVII sec.). Nella villa si possono inoltre ammirare
porcellane cinesi, di Faenza e Capodimonte (notevole è un vaso in
stile ispano-moresco del X sec.). servizi di piatti, armi antiche,
alcune borracce in ceramica di Caltagirone del XVII e XVIII sec.
e un'interessantissima serie di acquerelli di soggetto fantastico,
opera di Casimiro Piccolo che amava rappresentare un mondo fiabesco
e pieno di immaginazione in cui si muovono, in un'atmosfera di luce
soffusa, simpatici gnomi, elfi, fate e farfalle.
Prima di concludere la visita, vale la pena fare una breve passeggiata
sotto i pergolati del parco della villa, dove si trova il cimitero
dei cani appartenuti alla famiglia.
L'ENTROTERRA
circuito di 74 km circa
L'itinerario si addentra nell'entroterra di Capo d'Orlando sulle
pendici orientali dei Nebrodi.
Lasciare Capo d'Orlando e seguire la litoranea verso sud in
direzione S. Agata Militello. All'altezza di Capri Leone voltare
a sinistra verso Frazzanò.
Frazzanò
- 22 km a Sud. Secondo la tradizione, il paese fu fondato
nel IX sec. d.C. da popolazioni che fuggivano davanti all'invasione
degli arabi. La Chiesa Madre della SS. Annunziata
(XVIII sec.) presenta una bella facciata barocca scandita da lesene
e arricchita da un elegante portale, fiancheggiato da colonne tortili
e da nicchie con statue. La Chiesa di S. Lorenzo ha
una facciata molto semplice, il cui unico elemento di rilievo è
un bel portale con due colonnine tortili per lato e decorazioni
scultoree a motivi floreali, putti e volute. All'interno si trova
una pregevole statua lignea del Santo (1620).
Proseguire fino alla deviazione a destra per il Convento di
S. Filippo di Fragalà.
Convento
di S. Filippo di Fragalà - 3 km da Frazzanò in direzione
di Longi. La chiesa basiliana, recentemente restaurata, fu fatta
erigere da Ruggero I d'Altavilla nell'XI sec., molto probabilmente
sui ruderi di una preesistente chiesetta del V sec. Si consiglia
di fermarsi ad osservare il complesso abbaziale dall'esterno, quando
ci si trova sotto: si notano così le tre absidi in stile arabo-normanno,
scandite da lesene in mattoni e il tamburo ottagonale che si trova
in corrispondenza della croce del transetto. La chiesa ha pianta
a T e all'interno, in particolare nell'abside centrale, si conservano
tracce di affreschi bizantineggianti. Accanto si visitano gli ambienti
del monastero.
Proseguire lungo la strada e superare la Portella Calcatirizzo.
Al bivio, proseguire sulla sinistra in direzione S. Salvatore di
Fitalia.
San
Salvatore di Fitalia - Adagiato sulle pendici dei Nebrodi, questo
paesino possiede una bella Chiesa Madre dedicata a
S. Salvatore (1515). L'esterno è piuttosto severo, ma è l'interno
a rivelarsi sorprendente; recenti restauri hanno infatti portato
alla luce la struttura cinquecentesca della chiesa, a tre navate
separate da colonne in pietra arenaria che sostengono archi a sesto
acuto. I bei capitelli sono scolpiti, secondo canoni iconografici
tipicamente medievali, a motivi vegetali e antropomorfi; il capitello
della prima colonna a destra, con l'iscrizione che riporta il nome
del lapicida che realizzò le sculture, è scolpito con una particolarissima
sirena bicaudata. Da ammirare inoltre, nella navata destra, la dolce
Madonna della Neve di Antonello Gagini (1521) e, all'altar maggiore,
una pregevole statua lignea del Salvator Mundi (1603)
rappresentato nel momento della Trasfigurazione.
Museo
Siciliano delle Tradizioni Religiose - Questo interessantissimo
museo documenta la cultura religiosa popolare attraverso l'esposizione
di oggetti poveri, come amuleti contro il malocchio, ex-voto tra
i quali ne spiccano alcuni anatomorti in cera, provenienti dal Santuario
di S. Calogero (XVIII -XIX sec.), "pillole", cioè quadratini di
carta che si ingoiavano recitando preghiere per guarire dalle malattie,
fogli di cantastorie, fischietti in terracotta con l'immagine del
santo che si vendevano nelle feste patronali. Si noti anche un singolare
"gioco del prete" (XVII sec.), costituito, che ricorda i giochi
con cui si trastullava, da da un bambolotto vestito da prete corredato
dei suoi paramenti sacri (il corredo liturgico è stato purtroppo
rubato) che ricorda i giochi con cui si trastullava da bambina,
la monaca di Monza nei Promessi Sposi. Completano l'esposizione
una serie di incisioni e litografie di immagini sacre (XVII-XX sec.),
una collezione dei costumi utilizzati dalle Confraternite nelle
processioni, svariati esemplari di statuaria devozionale in legno,
gesso o terracotta e statuine da presepe (XIX sec).
Proseguire fino a raggiungere la costa e voltare a destra verso
Capo d'Orlando.
DA
CAPO D'ORLANDO A CAPO CALAVA' - 16 km circa
Il tratto di costa tra i due capi è punteggiato da belle spiagge
e da piccole località balneari.
Brolo
- Oggi località balneare e attivo porto fino alla fine deI '600,
conserva un bel castello medievale (privato) fatto erigere dai Lancia
nel XV sec. L'arco d'accesso è sormontato dallo stemma del casato,
con le tre pere della baronia di Piramo.
Superato Brolo, al bivio voltare a destra per raggiungere Piràino.
Piràino
- Allungata in posizione panoramica sul crinale di una collina.
Piràino conserva ancora la struttura del borgo medievale, costellato
di edifici religiosi. Le sue origini leggendarie (sarebbe stata
fondata dal ciclope Piracmone, uno dei tre ministri di Vulcano)
sono probabilmente legate al ritrovamento di ossa di grandi dimensioni
in alcune grotte dei dintorni, erroneamente considerate ossa di
Ciclopi. Le chiese sono tutte disseminate lungo la strada principale
del borgo. La Chiesa del Rosario la più orientale,
riedificata neI 1635, conserva ancora il campanile cinquecentesco.
All'interno, dal bel soffitto ligneo a cassettoni con rosoni in
stile bizantino-normanno si trova un singolare altar maggiore in
legno dipinto a motivi floreali (prima metà del XVII sec.) con una
serie di medaglie lignee applicate: raffiguranti i Misteri del Rosario;
al centro dell'altare, il gruppo ligneo della Madonna con Santi.
Più avanti si trova la Chiesa della Catena, eretta
nella seconda metà del XVII sec., dove si svolsero le prime elezioni
dopo l'unità d'italia. Conserva i begli affreschi, bizantineggianti,
ritrovati nella Chiesa della Badia.
Si giunge poi alla piazza del Baglio, che deve il suo nome al baglio
che dà accesso, ai locali di abitazione del Palazzo Ducale,
fatto costruire dai Lancia (XV-XVI sec.). Procedendo ancora verso
ovest, si arriva al punto più alto del paese, dominato dall'intatta
Torre Saracena o Torrazza (X sec.), dalla cui terrazza
si gode uno splendido panorama su Capo d'Orlando e sui tetti del
paese che si allunga ai suoi piedi. La torre faceva parte di un
sistema di avvistamento che partendo dalla cinquecentesca Torre
delle Ciavole, posta lungo la costa, comunicava con la Guardiola,
situata nord del paese e quindi con la Torrazza.
All'estremità occidentale del paese infine si trova la Chiesa
di S. Caterina d'Alessandria di origini cinquecentesche
ma rimaneggiata nel XVII sec. Al suo interno, l'altare ligneo è
decorato a motivi floreali. Il pilastro a destra dell'altare è ornato
da un bassorilievo raffigurante S. Caterina che schiaccia l'infedele.
Ritornare verso la costa. Sulla sinistra si erge la Torre delle
Ciavole. Proseguire fino alla piccola località balneare di Gioiosa
Marea e seguire le indicazioni per S. Filippo Armo e S. Leonardo
(9 km circa) fino a raggiungere Gioiosa Guardia.
Rovine
di Gioiosa Guardia - I ruderi di questo borgo medievale, abbandonato
nel '700 dai suoi abitanti, che fondarono Gioiosa Marea, si trovano
a 800 m d'altitudine, immersi in un paesaggio suggestivo. AI fascino
che emana questo luogo silenzioso si unisce lo splendido panorama
che si gode sul paesaggio circostante. Ritornare sulla costa. Poco
oltre si raggiunge Capo Calavà, uno spettacolare
sperone roccioso.
STORIA
Graziosa
cittadina balneare, Capo d'Orlando si protende nel mare con l'omonimo
promontorio. La sua storia si intreccia con la leggenda che ne attribuisce
la fondazione ai tempi della guerra di Troia, ad Agatirso, figlio
di Eolo (XIII sec. a.C.). La leggenda interviene ancora a spiegarci
come l'antica Agatirso fu ribattezzata Capo d'Orlando da Carlo Magno,
di passaggio in questi luoghi durante un pellegrinaggio in Terra
Santa volle darle il nome del suo eroico paladino. Nel 1299 la città
fu teatro della battaglia navale tra Giacomo e Federico d'Aragona
che si contendevano il trono di Sicilia. Dal 1955 vi si svolge ogni
estate la mostra di pittura "Vita e paesaggio di Capo d'Orlando",
promossa dal pittore messinese Giuseppe Migneco: gli artisti, italiani
e non, anche del calibro di Guttuso e Casorati, sono invitati a
realizzare sul posto le proprie opere, alcune delle quali, dopo
l'assegnazione di un premio, vengono acquisite dalla pinacoteca
comunale (le opere purtroppo non sono per il momento visibili).
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