MILAZZO
Distesa
sulla parte iniziale della falce che si protende nel Tirreno e che
porta lo stesso nome, Capo di Milazzo, l'antica Mylai, la città
di mare, costituisce la via naturale per le isole Eolie che le fanno
corona a poche miglia di distanza, il mito onora particolarmente
questa parte di Sicilia: il capo viene considerato zona privilegiata
di pascolo per gli armenti del dio Sole e le isole a dimora di Eolo,
dio del vento, e di leggiadre ninfe, satiri danzanti e sileni ebbri
di vino. Ed è qui che forse Ulisse ed i suoi compagni. naufragando,
incontrano Polifemo.
Milazzo ha anche una storia: la sua posizione strategica fa si che
venga abitata e contesa fin dalla notte dei tempi ed è teatro di
aspre battaglie. Testimonianza ne è la fortezza che ha visto il
succedersi di molti "padroni".
IL
BORGO
E'
la parte più vecchia della città e comprende la cittadella fortificata
che domina dall'alto i quartieri medievali che si estendono ai suoi
piedi, lungo il pendio della collina. Il primo fine-settimana di
ogni mese vi si tiene un mercatino dell'antiquariato. L'ingresso
al borgo coincide con l'inizio di via lmpallomeni, fiancheggiata
da ambo i lati dal Quartiere Militare Spagnolo (1585-1595). All'interno
del borgo vi sono numerosi edifici religiosi. Sulla destra, lungo
l'omonima salita, si incontra il Santuario di S. Francesco
di Paola, rifacimento settecentesco della chiesa fondata
dal santo in occasione del suo soggiorno nella città (1464). La
pregevole facciata è armoniosamente movimentata da una bella scalinata
ad andamento curvilineo, da finestre e da una tribuna che sovrasta
il portale ed è coronata da uno slanciato fastigio. All'interno,
nella cappella di Gesù e Maria, singolare è l'altare a specchi con
decorazioni in legno intagliato e dorato, al centro del quale si
trova una delicata Madonna col Bambino di Domenico Gagini (1465).
Poco più avanti, sulla salita S. Francesco, si notino il Palazzo
dei Vicerè, del XVI sec. ma arricchito nel XVIII da bei
balconi con mensole barocche, e più avanti, sul lato opposto della
strada, la settecentesca facciata della Chiesa del SS. Salvatore,
di Giovan Battista Vaccarini. Proseguendo lungo la via S. Domenico,
si trova, sulla destra, la Chiesa della Madonna del Rosario,
sede, fino al 1782, del Tribunale dell'inquisizione. Eretta nel
XVI secolo, fu profondamente rimaneggiata nel corso del XVIII sec.,
quando l'interno fu decorato con stucchi e affreschi, opera, questi
ultimi, del pittore messinese Domenico Giordano. Sulla sinistra,
la salita Castello conduce all'imponente cinta muraria spagnola,
la più esterna e la più imponente delle tre mura.
La
cittadella e il castello - La fortificazione ebbe inizio sotto
il dominio arabo (X sec. d.C.) nel luogo che era stato acropoli
ai tempi dei Greci, modificato ed ampliato nell'arco dei secoli.
Oltrepassata la cinta spagnola, si apre un grande spiazzo con, sulla
sinistra, il Duomo Vecchio (1608), esempio di manierismo
siciliano. Qui sorgevano probabilmente le dimore dei cittadini con
cariche pubbliche di Milazzo. Con il trasferimento del centro politico-amministrativo
nella città bassa, anche il duomo avrebbe perso progressivamente
d'importanza, divenendo prima magazzino, poi carcere ed infine stalla.
La cinta aragonese (XV sec.) è caratterizzata da cinque torri a
tronco di cono, due delle quali, ravvicinate, nascondono il bel
portale d'accesso ad arco acuto sormontato dallo stemma dei reali
di Spagna, Isabella e Ferdinando: uno scudo diviso in quattro parti
(i regni dall'unione dei quali nacque la Spagna unificata) e sorretto
dall'aquila di S. Giovanni. All'interno si erge il castello, edificato
da Federico II, ma con aggiunte posteriori. Il bel portale ogivale
è sormontato però dallo stemma aragonese, sostituito appunto nel
'400. All'interno, la grande sala delle cinque campate vide riunito
il Parlamento Siciliano nel 1295. Dalla punta del castello si gode
di una bella vista sulle isole Eolie (da sinistra: Vulcano, Lipari,
Panarea e, nei giorni particolarmente limpidi, Stromboli) e sulla
baia del Tono.
La
città bassa
E' la zona più recente, costruita quando, nel XVIII sec., viene
presa la decisione di abbandonare la città alta per stabilirsi in
una zona pianeggiante e più vicina al mare. Il centro della città
bassa ruota intorno a piazza Caio Duilio, accanto alla quale si
tiene ogni mattina un mercatino del pesce. La piazza è fiancheggiata,
sul lato ovest, da Palazzo Marchese Proto (che fu quartier generale
di Garibaldi) e, sul lato est, dall'elegante facciata della Chiesa
del Carmine, arricchita da un bel portale (1620), con architrave
scolpito a ghirlande e volute, e da una nicchia con la statua della
Madonna della Consolazione (1632). Accanto si trova l'armonioso
prospetto del Convento del Carmine, oggi sede di uffici comunali.
Si prosegue sull'antica strada reale, oggi via Umberto I, fiancheggiata
ancora da qualche palazzo signorile purtroppo rovinato. Sulla parallela
via Cumbo Borgia si trova il Duomo Nuovo, edificio
degli anni '30. All'interno sono conservate alcune pregevoli tele:
all'altar maggiore, ai lati della statua lignea di S. Stefano, S.
Pietro e S. Paolo (1531), tele provenienti da un polittico smembrato,
opera di Antonello de Saliba, autore anche di un'Adorazione dei
Pastori: una bella Annunciazione dal vivace colorismo di influenza
veneziana e un S. Nicola in trono e storie della sua vita, attribuiti
entrambi ad Antonio Giuffrè, pittore di scuola antonelliana (fine
XV sec.).
All'incrocio con via Cristoforo Colombo si incontra il Villino
Greco, in stile liberty, con bei fregi a decorazioni floreali
e motivi zoomorfi.
Passeggiata
sul capo 8 km circa in auto.
Percorrendo il bel lungomare Garibaldi, fiancheggiato
dalla facciata settecentesca del Palazzo dei Marchesi D'Amico, ed
attraversato il rione marinaro di Vaccarella (che inizia in corrispondenza
dello slargo della chiesa di S. Maria Maggiore), si imbocca una
suggestiva strada panoramica che corre a levante del promontorio
di Milazzo. Giunti a Capo di Milazzo, si svela uno
spettacolo incantevole di colori: il verde intenso misto ai marroni
bruciati della macchia mediterranea che riveste lo sperone roccioso,
si sposa con il blu smagliante del mare. Dalla piazza S. Antonio
una breve scalinata sulla sinistra scende al Santuario di
S. Antonio da Padova, prospiciente l'omonima baia, scavato
in una grotta dove sembra che il Santo abbia trovato rifugio da
una tempesta nel 1221. Divenuta luogo di culto fin da allora, la
grotta venne trasformata in santuario nel 1575 per volere del nobile
Andrea Guerrera e ulteriormente arricchita nel XVIII sec. con altari
e rivestimenti in marmi policromi e nove bassorilievi in stucco
raffiguranti scene della vita del Santo.
Tornando verso il centro per la strada che percorre il crinale della
penisoletta, fiancheggiata da belle ville, si può imboccare a destra
la deviazione che conduce al Monte Trino, il punto più alto di questa
lingua di terra, purtroppo deturpato dalla presenza di ripetitori,
il nome deriverebbe dalla triade pagana, Apollo, Diana e Iside (od
Osiride) a cui sembra fosse dedicato un tempio che qui sorgeva in
epoca greco-romana. Dal piazzaletto antistante la Chiesetta
della SS. Trinità si gode un meraviglioso panorama su Milazzo
e la sua cittadella e sulla falce del promontorio.
A ponente la costa si apre in una bella lingua di sabbia e una strada
costiera che corre parallela al mare conduce alla Grotta di
Polifemo, ove si sarebbe svolto il mitico episodio dell'incontro
di Ulisse con il Ciclope.
Di fronte si stende l'ampia spiaggia della Baia del Tono
(localmente conosciuta come Ngonia, dal greco, insenatura), mentre
più avanti si possono notare, ormai inglobati in una struttura turistica,
i resti dell'omonima tonnara.
DINTORNI
Santa
Lucia del Mela - 13 km a sud. La cittadina è dominata
dalla sagoma del castello, eretto nel IX sec. dagli Arabi e successivamente
rimaneggiato in epoca sveva e aragonese. Oggi se ne conservano la
massiccia torre circolare che presidia l'ingresso, resti del bastione
triangolare e dei muri esterni, che racchiudono il Santuario
della Madonna della Neve (1673). All'interno dell'edificio
si trova una bella Madonna della Neve di Antonello Gagini (1529).
Dalla terrazza sul fianco sinistro della chiesa, si gode di un bel
panorama e si possono osservare i cantonali e gli archi delle finestre
in pietra bicolore.
Scendendo in paese, si ammiri l'elegante portale rinascimentale
della Chiesa Madre di S. Lucia (XVII sec.), sormontato
da una lunetta con bassorilievo della Madonna tra le Sante Agata
e Lucia e da un'aquila reale, simbolo del patronato regio. Sul lato
sinistro della chiesa si trova la piazza del Duomo, fiancheggiata
dal Palazzo Vescovile con un massiccio portale a bugnato. Il prospetto
della Chiesa dell'Annunziata (in via Garibaldi) incorpora
alla sua sinistra un bel campanile quattrocentescoa tre ordini di
monofore rifinite in pietra lavica. Il portale, del 1587, è caratterizzato
da fini bassorilievi a motivi vegetali attorno alla lunetta, in
cui è scolpita l'Annunciazione.
Farmacia
di Roccavaldina - 15 km circa a sud-est. La straordinaria
farmacia di questo paesino è un esempio unico nel suo genere. Un
bel portalino in stile toscano del XVI sec. affiancato da un bancone
in pietra da cui veniva servito il pubblico, costituisce l'ingresso
alla bottega. All'interno, su belle scansie in legno, è esposta
una pregevole collezione di vasi farmaceutici databili intorno al
1580, la cui unicità deriva dal fatto di provenire interamente dalla
bottega del ceramista urbinate Patanazzi, a cui fu commissionata
dall'aromataio messinese Cesare Candia (il suo stemma, una colomba
e tre stelle su fondo turchino, è presente sui 238 vasi del corredo).
La collezione, acquistata da un sacerdote roccese, giunse nella
cittadina nel 1628 e comprende fiasche a collo alto, brocchette
con manico e beccuccio, albarelli su cui sono rappresentate scene
bibliche e mitologiche o episodi della storia di Roma. Magnifiche
sono le due anfore da mostra (da notare la raffinatezza delle anse)
con decorazioni a grottesche in rilievo e sulle quali sono raffigurati:
Cesare che riceve il Senior Captivi (in quella di destra) e la sfida
tra Apollo e Marsia, che fu scorticato vivo.
Sulla stessa piazza, il castello di origini cinquecentesche, è un
edificio di transizione tra la fortezza e la residenza aristocratica:
le massicce mura sono ingentilite sul fianco destro da bei balconi
sorretti da mensole a volute.
All'uscita del paese, nel giardino dell'ex-convento dei Cappuccini
è stata creata una graziosa villa comunale, posta in bella posizione
panoramica con vista sul promontorio di Milazzo e sulla fortezza
di Venetico Superiore con le sue quattro torri circolari.
Rometta
- 20 km circa a sud-est. Posta in posizione strategica, a
600 m di altitudine. Rometta è passata alla storia per la valorosa
resistenza opposta agli invasori arabi (fu l'ultimo centro a cadere
nelle loro mani nel 965). Della cinta muraria medievale si conservano
la Porta Milazzo e la Porta Messina, ad arco a sesto acuto. La Chiesa
Madre dedicata all'Assunta presenta, sul fianco sinistro,
un bel portale cinquecentesco arricchito da un fregio a motivi floreali
e figure antropomorfe. Dai ruderi del castello di Federico II, si
gode di un bel panorama su Capo di Milazzo e le Eolie.
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