FRAZZANO'
Frazzanò
si trova in provincia di Messina a 563 metri sul livello del mare.
La citta' e' una delle vie d'accesso al Parco delle Nebrodi e va
ricordata per il suo valore naturalistico creato non solo dall'estrema
vicinanza con il Parco gia' citato, ma anche da altre localita',
come il gruppo di grotte delle situato in contrada "Val di
Canne". Tali grotte sono denominate "Delle Colonne",
"Dell'Infernmo" e "Del Cerchio" e racchiudono
al loro interno varie stalattiti e stalagmiti.
Le
origini cittadine risalgono all'835, precisamente alla fuga di alcune
persone all'avanzare degli arabi. La citta' conobbe ugualmente l'invasione
araba dalla quale fu liberata dall'intervento normanno.
Dal
punto di vista culturale, Frazzano' va ricordata innanzitutto per
la Chiesa dell'Annunziata contenente, tra l'altro, una cinquecentesca
statua raffigurante l'Annunciazione attribuita a Giuseppe Gagini,
la seicentesca Chiesa intitolata a San Lorenzo, il patrono cittadino,
ed il convento di San Filippo di Fragala'. Quest'ultimo merita una
menzione particolareggiata. Esso si trova nei dintorni cittadini,
esattamente a 730 metri sul livello del mare. Dell'originaria abbazia
basiliana fondata nell'undicesimo secolo oggi rimangonmo alcuni
resti importanti sotto il profilo storico-architettonico, a partire
da una Chiesa a T, alcune absidi ancora ben conservate ed un tiburio
ottagonale al centro del transetto.
DINTORNI
Convento
di S. Filippo di Fragalà - 3 km da Frazzanò in direzione
di Longi. La chiesa basiliana, recentemente restaurata, fu fatta
erigere da Ruggero I d'Altavilla nell'XI sec., molto probabilmente
sui ruderi di una preesistente chiesetta del V sec. Si consiglia
di fermarsi ad osservare il complesso abbaziale dall'esterno, quando
ci si trova sotto: si notano così le tre absidi in stile arabo-normanno,
scandite da lesene in mattoni e il tamburo ottagonale che si trova
in corrispondenza della croce del transetto. La chiesa ha pianta
a T e all'interno, in particolare nell'abside centrale, si conservano
tracce di affreschi bizantineggianti. Accanto si visitano gli ambienti
del monastero.
Proseguire lungo la strada e superare la Portella Calcatirizzo.
Al bivio, proseguire sulla sinistra in direzione S. Salvatore di
Fitalia.
San
Salvatore di Fitalia - Adagiato sulle pendici dei Nebrodi, questo
paesino possiede una bella Chiesa Madre dedicata a
S. Salvatore (1515). L'esterno è piuttosto severo, ma è l'interno
a rivelarsi sorprendente; recenti restauri hanno infatti portato
alla luce la struttura cinquecentesca della chiesa, a tre navate
separate da colonne in pietra arenaria che sostengono archi a sesto
acuto. I bei capitelli sono scolpiti, secondo canoni iconografici
tipicamente medievali, a motivi vegetali e antropomorfi; il capitello
della prima colonna a destra, con l'iscrizione che riporta il nome
del lapicida che realizzò le sculture, è scolpito con una particolarissima
sirena bicaudata. Da ammirare inoltre, nella navata destra, la dolce
Madonna della Neve di Antonello Gagini (1521) e, all'altar maggiore,
una pregevole statua lignea del Salvator Mundi (1603)
rappresentato nel momento della Trasfigurazione.
Museo
Siciliano delle Tradizioni Religiose - Questo interessantissimo
museo documenta la cultura religiosa popolare attraverso l'esposizione
di oggetti poveri, come amuleti contro il malocchio, ex-voto tra
i quali ne spiccano alcuni anatomorti in cera, provenienti dal Santuario
di S. Calogero (XVIII -XIX sec.), "pillole", cioè quadratini di
carta che si ingoiavano recitando preghiere per guarire dalle malattie,
fogli di cantastorie, fischietti in terracotta con l'immagine del
santo che si vendevano nelle feste patronali. Si noti anche un singolare
"gioco del prete" (XVII sec.), costituito, che ricorda i giochi
con cui si trastullava, da da un bambolotto vestito da prete corredato
dei suoi paramenti sacri (il corredo liturgico è stato purtroppo
rubato) che ricorda i giochi con cui si trastullava da bambina,
la monaca di Monza nei Promessi Sposi. Completano l'esposizione
una serie di incisioni e litografie di immagini sacre (XVII-XX sec.),
una collezione dei costumi utilizzati dalle Confraternite nelle
processioni, svariati esemplari di statuaria devozionale in legno,
gesso o terracotta e statuine da presepe (XIX sec).
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