TINDARI
Per
chi arriva a Tindari da Est, il susseguirsi di colline digradanti
che si gettano in mare formando capo Tindari sembra un grande drago
placidamente addormentato con, posato sulla testa, il santuario,
visibile fin da lontano. Ci si inerpica lungo la "schiena"
godendo di begli scorci sul Golfo di Patti e sulle spiagge fino
a Capo di Milazzo.
Il
santuario, costruito recentemente, ospita una Vergine nera bizantina
ed è meta di pellegrinaggi soprattutto in maggio, mese mariano,
e 18 settembre. A picco sotto il santuario (visibili dalla terrazza
antistante) si possono vedere i Laghetti di Marinello, piccoli specchi
d'acqua che il mare crea insinuandosi nella baia sabbiosa, differenti
ogni volta. La nascita di questi laghetti è legata alla leggenda
di una bimba caduta dall'alto del capo a causa della madre miscredente
(la donna non voleva "affidarsi" ad una Vergine nera)
e miracolosamente salvata dall'improvviso ritirarsi delle acque
impetuose che lasciarono il posto, per accoglierla ed attutire la
caduta, ad una coltre di sabbia soffice. Nel 1982 uno dei laghetti
assunse una forma simile ad una donna velata di profilo nella quale
la gente ravvisò la Madonna del santuario.
I
laghetti sono raggiungibili a piedi dalle spiagge di Oliveri.
LA
CITTA' - GRECA
Posta in bella posizione, sulla sommità del capo omonimo,
la colonia greca Tyndaris viene fondata dal tiranno di Siracusa
Dionisio il Vecchio nel 396 a.C. per i profughi spartani alla fine
della guerra del Peloponneso (404 a.C.). Il nome, forse pre-esistente,
si riconduce ai Dioscuri, chiamati anche Tindaridi, ed al loro padre
terreno Tindaro, eroe e re mitico di Sparta, sposo di Leda e padre
anche di Elena, causa indiretta, vuole la leggenda, della guerra
di Troia, narrata da Omero nell'Iliade, il legame tra la città
ed i due gemelli (il cui padre divino è Zeus) è testimoniato
dalla presenza di raffigurazioni su monete e mosaici.
In posizione dominante e naturalmente protetta, la nuova città
è un punto strategico nel controllo del tratto di mare compreso
tra le Eolie e Messina. L'imponente cinta muraria costruita dalla
parte della terra non serve purtroppo ad evitare la caduta in mano
cartaginese. Passata in seguito sotto il dominio romano, la città
conosce un periodo di grande prosperità durante il quale
vengono costruiti o modificati molti edifici pubblici: scuole, mercati,
stabilimenti termali ed il teatro, di origine greca, ma modificato
per assecondare le esigenze del nuovo pubblico.
Tindari va però incontro ad un periodo di decadenza che trova
i punti salienti in una frana che fa precipitare parte della città
e nella conquista musulmana del IX sec. D.C.
LA
ZONA ARCHEOLOGICA
Le
mura - Lungo la salita che conduce alla sommità di capo
Tindari, si costeggiano a tratti le imponenti mura costruite al
tempo di Dionisio e rafforzate e sostituite in seguito da un doppio
paramento di massi di pietra squadrata. La cinta racchiudeva solo
nei punti non difesi naturalmente la città, che aveva una
pianta regolare, con tre ampi decumani (le vie principali e parallele)
e cardini perpendicolari. La conformazione del terreno, in salita,
facilitava il sistema fognario che correva lungo queste strade secondarie,
in pendenza, un piccolo Antiquarium, oltre l'ingresso agli scavi
sulla sinistra, espone reperti rinvenuti durante gli scavi.
L'insula
romana - Si tratta di un intero quartiere a sud del Decumano
Superiore, completo di terme, tabernae, abitazioni ed in particolare
di una grande casa patrizia che conserva ancora, nei pavimenti di
alcune stanze, resti di mosaici.
Basilica
- E' un bell'edificio ad arcate i cui resti danno un'idea della
grandezza originale. Anche se il nome lo designa come il luogo destinato
alle assemblee, la sua vera funzione resta incerta: forse un monumentale
propileo dell'agorà, lo spiazzo principale della città.
Costruito con grandi massi squadrati di pietra arenaria, presentava,
sul fronte, cinque archi. Quello centrale, più ampio, costituiva
l'accesso ad un passaggio coperto con volte a botte che fungeva
da galleria sulla strada principale.
Il
teatro - Raggiunto il Decumano Superiore, a sinistra. Si trova
a monte del Decumano Superiore, probabilmente la via principale
(sono venuti alla luce solo due decumani). Di origine greca (fine
del IV sec. a.C.) fu costruito sfruttando la naturale conformazione
del terreno con la cavea rivolta verso il mare e le Eolie. Venne
trasformato in epoca imperiale per ospitare i combattimenti tra
gladiatori.
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